L’antica città romana di Norba

Una passeggiata da “antichi romani”
Oggi vi portiamo nel Lazio in provincia di Latina, precisamente nell’antica città di Norba, a pochi passi dal centro abitato di Norma.
Qui si potrà letteralmente fare un salto nel passato e pensarsi a passeggiare per le antiche strade ancora quasi del tutto intatte e immaginarsi la vita che facevano i romani all’epoca fra le “domus”, i templi, le “agorà” e la vita domestica.
L’antica Norba, sui monti Lepini, risale intorno al VII secolo a.C. e si affaccia sulla pianura pontina. Una città imponente di cui oggi rimangono i resti ben conservati. Una storia importante quella di Norba, come raccontiamo nel nostro breve filmato.
Oggi è possibile visitare il sito archeologico gratuitamente e ammirare quanto ancora resiste di ciò che costruirono i romani più di 2.500 anni fa.
Passeggiando sulle antiche pietre, fra resti di abitazioni, pozzi, fognature, templi e acropoli ormai scomparsi sembra di fare un vero e proprio salto nel passato. Non è difficile immaginarsi in abiti dell’antica Roma a salutare i vicini di casa, passeggiare per le strade, andare al mercato a fare la spesa, alle terme, al tempio per pregare o, ancora, nella piazza per parlare di politica.
Siamo nell’antica Norba sui monti Lepini nei pressi di Norma. Una vecchia città di epoca romana costruita molto probabilmente intorno al VII sec. a.C. e che si affaccia sulla pianura pontina. Una città imponente Norba, inizialmente ostile a Roma, di seguito una sua colonia e dal 492 a.C. infine il suo avamposto pressoché inespugnabile. Quattrocento anni dopo, tra l’88 e l’82 a.C., Norba, durante la guerra civile tra Silla e Gaio Mario, si schiera apertamente con quest’ultimo. Una scelta che la città e i suoi abitanti pagheranno cara finendo nelle mani del nemico.
“Fra gli abitanti alcuni si suicidarono – scrive lo storico greco Appiano di Alessandria nel Bellum Civile – altri si uccisero tra di loro, altri si impiccarono. Altri ancora, bloccate le porte delle case, vi appiccarono il fuoco. Un vento sorto violentissimo a tal punto alimentò le fiamme che nessun bottino si ricavò dalla città, costoro morirono dunque così, da forti”. E proprio città forte sarebbe il significato del toponimo Norba che intorno al X sec. d.C. diventa possedimento papale e sede vescovile. Poi si spopola a favore dell’attuale Norma e diventa città fantasma, anche se di proprietà di diverse famiglie nobili del tempo.
Non si fatica a comprendere il perché questo avamposto romano abbia suscitato interessi in nobili e nella chiesa. Dall’alto del colle si gode di una vista spettacolare, l’aria è frizzante e non si può non pensare all’architettura e alla muratura romana che ancora oggi resistono nonostante secoli, intemperie, guerre e incendi.
La città, con 4 porte risalenti al IV sec. a.C., è uno degli esempi meglio conservati di urbanistica a pianta regolare in Italia con le sue mura di pietra calcarea poste a secco che si estendono per 2262 metri in un’area di 38 ettari. Tra strade parallele e ortogonali spiccano due acropoli con diversi templi. A valle dell’acropoli maggiore si può ancora vedere uno stabilimento termale che oggi, insieme alle mura e alla porta maggiore, è la parte maggiormente conservata dell’antica città romana. Oggi Norba è un sito archeologico accessibile a tutti e anche meta prediletta da chi ama gettarsi nel vuoto con il parapendio.